Settembre
Editoriale

Settembre

Di Settembre, di QUESTO settembre, mi piace la voglia prepotente di volerci riappropriare della vita. 

E così questo mese è cominciato – e sta anche già per terminare – tra le corse più sfrenate che mai – a cosa di preciso non si sa ma di certo si vuole fare il più possibile – , i buoni propositi di un tempo, le vecchie campanelle delle scuole, le fashion week come una volta e tutti quegli appuntamenti che ci siamo dati ma per la maggior parte sono rimasti in sospeso e adesso abbiamo voglia di ridarci. 

“Ci vediamo!”

Al mare in Puglia. Alla settimana della moda milanese. Sotto l’Arco di Trionfo. E possiamo arrivare fino in capo al mondo. 

Appuntamenti di piacere. Appuntamenti di lavoro che valgono comunque come piacere – perché era così tanta la voglia di uscire dallo smart working e soprattutto dalle quattro mura domestiche che va bene così -. Appuntamenti col destino. Con la propria metà dimenticata. Con noi stessi.

E così settembre, questo settembre, è stato un appuntamento con la vita. 

Finalmente, possiamo tornare a fare progetti. A sognare quello che ci è stato proibito fare. A incontrarci. A bere quel famoso caffè prima di entrare in ufficio. A volare, viaggiare, dire, fare, baciare. 

Per quanto ancora? Per l’oggi. Perché se c’è una cosa che questa pandemia ci ha davvero insegnato è proprio questo: “vivi l’oggi, che domani non si sa!”.

E se già lo sapevamo questa è stata l’occasione bella e buona per dimostrarlo a noi stessi. 

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