Agosto
Agosto.
Quanto t’odiavo da bambina. Eri per me compiti delle vacanze e consapevolezza che tutto stava per finire mentre tutto stava per ricominciare. Eri per me solo tanti “Arrivederci”. (Forse!)
Arrivederci agli zii e ai cugini del nord, arrivederci alle prime cotte estive che chissà quando e se avresti mai rivisto, arrivederci ai tempi delle prime comitive, quelle che ti facevano sentire già grande e indipendente a 10 anni. E poi a 13, 16, finalmente 18.
Arrivederci alla mia prima volta all’Aranceto (discoteca sulla litoranea), con il sogno di ritornarci quanto prima anche se quel quanto prima sarebbe durato almeno un anno. Un lunghissimo inverno.
Arrivederci alle notti in spiaggia, alle albe in spiaggia e ai pranzi ancora in spiaggia a base di taralli, cocomeri e pesche, che il mare mette fame ma non così tanta per una parmigiana. No, quella per fortuna mai! La mia numerosa famiglia attendeva le 13:00 per potersi sedere alla grande tavolata dei nonni. Con mia nonna che impiattava orecchiette e polpette per 40 commensali minimo e mio nonno che controllava l’uva per la vendemmia dei primi di settembre.
Arrivederci ai litri di latte di mandorla fatto in casa e al tiramisù di zia. Arrivederci ai fichi, alle mandorle, all’anguria e a tutto quello che di più dolce l’estate mi regalava.
Crescendo, poi, ho capito che in realtà agosto non era così male. Che ricominciare mi incuriosiva, mi piaceva, chissà chi o cosa mi attendeva. E mi piaceva persino lo staccare dal caos della città, ad agosto, per andare nella mia villa di campagna dove tutto era pace, silenzio e tempo per me.
Crescendo ho capito che anche le cose migliori hanno una fine ma se vissute a pieno allora non rappresenteranno mai un addio. Resteranno con te sempre e quando ne avrai bisogno potrai sempre ricordarle.
Con tristezza e nostalgia? No, con un grosso sorriso e l’infinita gratitudine per averle provate.
Dunque agosto, oggi sei per me una bella fine e un bellissimo, nuovo inizio.